Quasi sempre trascurato dai libri di Storia, il ruolo che la cultura ad origine celtico-irlandese ha avuto nella formazione dell'Europa, è stato davvero importante.
La sua influenza inizia nel primo medioevo dell'Europa post-romana. Dopo che Saint Patrick, proveniente dalla Cornovaglia, era approdato in Irlanda, nel 432 d.C., convertendo l'isola al cristianesimo (isola su cui i Romani non avevano mai messo il piede), avvenne una delle cose più straordinarie che si potessero mai prevedere. I
filidh, i poeti, che nella società celtica irlandese per importanza sociale e ruolo culturale venivano subito dopo i druidi, nel messaggio cristiano di Patrizio sentirono uno straordinario impulso ad un grande ampliamento e rinnovamento della cultura irlandese. Capirono che tanti erano i contenuti che il cristianesimo aveva in comune con la cultura druidica e ritennero che il cristianesimo avrebbe potuto dare una nuova forza alla tradizione. Di lì a poco si trasformarono in ferventi, entusiasti monaci, che dettero luogo ad un' affascinante, originale concezione di vita monastica che prevedeva la costante permanenza in mezzo alla natura.
Una natura vissuta con entusiasmo e passione còlta nei suoi piccoli grandi tesori. In essa si trovava il centro attorno al quale far ruotare la propria esistenza. Così 50 anni dopo la conversione del 432, troviamo molti di questi nuovi monaci dirigersi verso il continente con le loro piccole arpe sulle spalle (proprio quelle della tradizione irlandese) a portare il nuovo vento della propria cultura. Nel frattempo, oltre a prendere dimora in mezzo ai boschi (San Frediano sulle colline di Pisa) o fondare successivamente dei monasteri, quello di Bobbio a Piacenza, quello di San Gallen in Svizzera... li troviamo, grazie a straordinarie capacità, inziare una minuziosa opera che li portò a copiare i manoscritti latini e greci che altrimenti sarebbero andati perduti durante le numerose invasioni barbariche.
La loro opera però non si limitò a indicare un'affascinante idea di vita e un'autentica passione per la cultura classica ma dette un contributo decisivo a quello che da Gregorio Magno prese il nome di canto gregoriano. Le suggestioni del canto celtico, fra le altre, erano state fondamentali per la sua nascita e il suo sviluppo. Ma altre ancora sono le sorprendenti influenze della cultura irlandese che sono rimaste in modo indelebile nella tradizione europea. Basti pensare alle feste del calendario cristiano, con la più importante: quella di Ognissanti. Nel calendario celtico irlandese la festa più importante dell'anno era il
Samain, il giorno del 1° di novembre insieme alla sera della sua vigilia. Proprio la sera della vigilia il druido più importante accendeva un fuoco nel punto più alto di ogni zona e iniziava la festa. In quel giorno, che segnava la fine dell'anno, il tempo era come sospeso e i morti tornavano sulla terra partecipando ai festeggiamenti con i quali si dava l'addio alla stagione estiva. La tradizione riporta che vivi e morti mangiassero, bevessero e danzassero insieme. La festa era nata in tempi lontani, quando l'anno era diviso in due grandi stagioni: l'estate, che andava dal 1° maggio al 1° di novembre e l'inverno, che andava dal 1° di novembre al 1° di maggio.
Il
Samain, grazie all'apporto dei monaci irlandesi, si trasformò così in Ognissanti. Anche la festa di
Imbolc che si faceva per dare il benvenuto al sole che cominciava ad allungare i suoi raggi sulla terra agli inizi di febbraio, si trasformò nella festa cristiana della luce: la Candelora (2 febbraio). E come non ricordare infine i tanti monaci che ancora nei secoli successivi continuarono a venire in Europa fra i quali alcuni in Toscana? Fra di loro Sant'Andrea, Santa Brigida ...
Stefano Corsi, è nato a Firenze ed è uno dei fondatori dello storico gruppo di musica irlandese
Whisky Trail con cui ha prodotto 15 dischi; polistrumentista da sempre, diventa poi virtuoso nelle esecuzioni per arpa celtica e armonica, esibendosi in numerosi festival nazionali e internazionali di arpa. Nel 2003, a Monza, è stato premiato come "Arpista Emerito della musica irlandese", insieme a
Vincenzo Zitello e al bretone
Myrdhin, nell'ambito del concerto "
Omaggio a Dereck Bell dei Chieftains". Nel 1987 pubblica su nastro magnetico il suo primo lavoro da solista:
My first harp; e nel 2009 il suo primo CD:
Trails for Celtic Harp. Nel 2010 suona al "Festival internazionale dell'arpa di Viggiano". Nel 2012 pubblica
Celtic and Mouth Harp che presenta al festival internazionale
Rencontres internationales de Harpes a Dinan in Bretagna.