Sezione 9
FARSI PRATICI DI ANATOMIA TRA CINQUE E SEICENTO
Se Filippo Baldinucci sottolinea competenze anatomiche quali quelle acquisite a Pisa dallo scultore fiammingo Pietro Francavilla che sottendono la creazione di particolari esempi anatomici in terracotta e in legno unito a pergamena, medici della fama del letterato e naturalista nonché archiatra granducale Francesco Redi (1626-1697), grande amico di Niccolò Stenone (1638-1686), nome toscanizzato del medico danese Niels Steensen, che ricopriva in Santa Maria Nuova la cattedra di anatomia attribuitagli da Ferdinando II de'Medici, si dedicano allo studio del disegno per restituire figurativamente quanto visto, notato e notomizzato. Appassionato di pittura e dal 1648 frequentatore della scuola di disegno di penna di Remigio Cantagallina (1582/1583-1656), Redi, inoltre Cruscante e membro dell'Accademia del Cimento, aveva infatti maturato un grado di perizia tecnica tale da consentirgli di realizzare protocolli di anatomie (BMF, Ms. n. 30, 32, 34).
Al contempo, anatomisti come Bernardino Genga, chirurgo del romano Arcispedale di Santo Spirito in Saxia e docente di anatomia all'Accademia di Francia, rivolgono la loro attenzione al mondo delle arti dividendosi tra pratica medica e didattica anatomica rivolta esclusivamente agli artisti. Quanto dimostra il trattato dello stesso autore, pubblicato postumo nel 1691, definito nel suo titolo "opera utilissima a' Pittori, e Scultori, et ad'ogni altro studioso delle nobili Arti del Disegno".
Del resto, a Firenze, già dal 1563, anno della sua fondazione, l'Accademia delle arti del Disegno, prevedeva che i consoli della stessa procurassero "che si faccia a S. Maria Nuova una anatomia a benefizio dei giovani dell'arte del disegno, alla quale debbano tutti essere chiamati" (BNCF, Ms. 2.1.399, c. 28).
Opere esposte
